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Nella primavera del 2003 le Associazioni territoriali delle 15 province italiane con più alto tasso di industrializzazione hanno ritenuto opportuno mettere in comune problemi ed esperienze che contraddistinguono le aree a forte vocazione manifatturiera e valutare la fattibilità di realizzare sinergie per rafforzare i servizi rivolti alle aziende associate e valorizzare la rappresentatività dei territori industriali sia all’esterno che in seno al sistema confederale.Il tavolo informale è diventato permanente perché è emerso con chiarezza che, al di là di alcune specificità territoriali e di alcune specializzazioni settoriali e distrettuali, la gran parte dei problemi dei sistemi industriali sono comuni.In tutti questi territori sono le attività manifatturiere a determinare l’andamento economico, a dare un contributo determinante al processo di creazione della ricchezza dei territori, a garantire eccellenti risultati occupazionali e ottime performance sui mercati esteri, ad assicurare elevati livelli di benessere e di qualità della vita.D’altro canto i fabbisogni che possono garantire il mantenimento di alti tassi di crescita nel contesto di una marcata vocazione industriale sono elevati: il territorio deve essere consapevole della centralità dell’industria, il lavoro deve essere sempre più qualificato, tutte le infrastrutture – e non solo quelle per la mobilità - devono essere adeguate ad una domanda intensa e crescente.

Inizialmente sono state coinvolte 15 province (Biella, Novara, Bergamo, Brescia, Como, Lecco, Varese, Belluno, Treviso, Vicenza, Pordenone, Modena, Reggio Emilia, Prato e Ancona), da qui il nome del Club; successivamente gli standard previsti sono stati raggiunti anche dalla provincia di Mantova. 

La presentazione ufficiale del Club è avvenuta il 15 ottobre 2005 in occasione del VII Forum Internazionale di Prato della Piccola e Media Impresa.

Nei due anni il Club si è occupato prevalentemente di politica industriale ed ha elaborato sei position paper sulla competitività e lo sviluppo, sull’Energia, sui Contratti di lavoro, sull’Internazionalizzazione e la tutela del Made in Italy, sulla Riforma federale dello Stato, sulla Riforma dell’istruzione secondaria e sul Mercato dell’energia.

Sul versante interno sono state prodotte una serie di analisi sui servizi forniti dalle Associazioni finalizzate a migliorare l’offerta per le aziende associate con importanti risultati sull’internazionalizzazione, la ricerca scientifica e la formazione.

A partire dal settembre 2004 si è deciso di proporre un’iniziativa analoga a quella svolta in Italia per i territori industriali ad alto reddito dell’Unione Europea.Il primo documento (Le capitali dell’industria. Il caso italiano – Settembre 2004) presenta il Club, le sue attività e le sue potenzialità; il secondo (Le capitali dell’industria. Un progetto europeo – Giugno 2005) formula una proposta di iniziativa dell’Unione Europea per i territori industrializzati. 

I documenti sono stati consegnati alla DG Impresa, al CESE (Comitato Economico e Sociale Europeo) ed al CCMI (Comitato Consultivo Mutazioni Industriali).