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167ª INDAGINE CONGIUNTURALE DI FEDERMECCANICA

Nel secondo trimestre nella nostra provincia crescono meccatronica e macchinari, calano automotive e siderurgia

Sono stati diffusi oggi i risultati della 167ª edizione dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica sull’Industria Metalmeccanica – Meccatronica italiana. Nella prima metà dell’anno in corso, la produzione industriale italiana nel suo complesso ha continuato a evidenziare risultati in peggioramento nel secondo trimestre, rispetto al primo.

Una analoga situazione è stata riscontrata nel settore metalmeccanico/meccatronico: nel secondo trimestre la produzione in termini congiunturali è mediamente diminuita dello 0,5%, mentre, nel confronto con lo stesso trimestre del 2022, ha segnato un calo del 2,0% che si contrappone al +2,2% registrato nei primi tre mesi dell’anno in corso. Complessivamente, nell’intero periodo gennaio-giugno 2023, la produzione metalmeccanica è rimasta sostanzialmente stabile (+0,1%) rispetto all’analogo semestre del 2022.

Nell’ambito del settore, che include una vasta gamma di attività produttive molto differenziate tra loro, i risultati sono stati contrastanti nei diversi comparti. Nei primi sei mesi dell’anno in corso, al dato positivo dei comparti relativi agli altri mezzi di trasporto (+11,9% rispetto allo stesso periodo del 2022), agli autoveicoli e rimorchi (+8,5%), ai computer, radio TV, strumenti medicali e di precisione (+1,8%) e alle macchine e apparecchi meccanici (+1,2%) si contrappone il dato negativo delle attività della metallurgia (-7,8%), delle fabbricazioni delle macchine e apparecchi elettrici (-4,6%) e dei prodotti in metallo (-3,7%).

Per quanto riguarda l’interscambio commerciale, l’export metalmeccanico del nostro Paese, pur risentendo del rallentamento in atto del commercio mondiale, segna risultati ancora positivi. Nel primo semestre del 2023, le esportazioni metalmeccaniche sono, infatti, cresciute in media del 6,0% e le importazioni del 2,9% ma, per entrambi i flussi, la dinamica trimestrale continua ad evidenziare un significativo rallentamento.

Anche a livello locale, come risulta dalle rielaborazioni dell’Ufficio Studi di Confindustria Bergamo, si registra, nel secondo trimestre del 2023, una fase congiunturale di rallentamento per la metalmeccanica bergamasca, per quanto con andamenti differenziati tra i diversi comparti. Chiude meglio di tutti il comparto della meccatronica e dei macchinari, in crescita del 4% sul trimestre precedente, e dell’1% sullo stesso periodo del 2022: uno dei pochi segni tendenziali positivi della manifattura bergamasca in un trimestre che ha segnato un rimbalzo negativo del -2,5%. Il dato della produzione trova conferma anche nell’andamento dell’export, che ha visto una brillante performance dei beni strumentali e in particolare dei macchinari.

Maggiori le difficoltà per il comparto siderurgico e dei prodotti in metallo, che, malgrado la crescita del 2% sul primo trimestre, perde il 9% nel confronto con lo stesso periodo del 2022, e per la componentistica automotive, che evidenzia una discesa sia rispetto ai tre mesi precedenti (-5%), sia rispetto all’analogo periodo 2022 (-8%).

In generale per tutti i comparti la domanda estera sembra premiare più di quella interna, come dimostra il consuntivo semestrale dell’export, chiuso con variazioni positive comprese tra l’11% e il 16%.
Le difficoltà nel ciclo produttivo sono colte dall’indagine trimestrale di Federmeccanica sugli imprenditori, che segnala per Bergamo giudizi in negativo sui consuntivi di produzione.  

La specifica propensione all’export dell’industria bergamasca ne determina una maggiore esposizione al rallentamento del commercio mondiale: questo spiega il manifestarsi, nel secondo trimestre, di segnali di preoccupazione sul portafoglio ordini e sull’esubero delle scorte, specialmente nel caso delle materie prime. Dall’indagine emerge anche una previsione per il terzo trimestre di diminuzione dell’attività produttiva nel 36% dei rispondenti, di stazionarietà nel 30% e di aumento nel 34%.  

Rimane per ora sotto controllo il tema della liquidità aziendale, ritenuta buona o normale per il 95% delle aziende, malgrado il permanere di tensioni legate ai rincari dei costi dell’approvvigionamento energetico, evidenziate dal 70% dei rispondenti, con effetti sui costi di produzione e sull’organizzazione delle attività.

Dichiarazione di Agostino Piccinali, presidente del Gruppo Meccatronici di Confindustria Bergamo “Questi dati confermano la fase di rallentamento per la meccanica bergamasca, ma al tempo stesso mettono in luce la resilienza del settore nel suo complesso che, grazie alla grande diversificazione, può contare sulle buone performances di alcuni comparti, primo fra tutti quello dei macchinari, in evidenza anche per quanto riguarda l’export. Abbiamo però di fronte scenari caratterizzati da grande incertezza, sia per quanto riguarda le evoluzioni geo-politiche, sia per il perdurare delle tensioni legate al costo del denaro, che inevitabilmente si riflettono sulle prospettive a breve e medio termine, generando grande prudenza e rallentando il ciclo degli investimenti. Un contesto difficile nel quale operano ogni giorno gli imprenditori che sono comunque chiamati a spingere sui percorsi di innovazione per mantenere e accrescere la competitività sui mercati internazionali. Auspichiamo che i prossimi provvedimenti governativi siano all’insegna del supporto agli investimenti in tecnologia e sicurezza e non complichino ulteriormente il quadro normativo fiscale e previdenziale”.