I GIORNI DELLA METALMECCANICA OGNI TRE MESI LA VOCE DELLE IMPRESE
INCONTRA LA STAMPA NAZIONALE E DEI TERRITORI

163ª INDAGINE CONGIUNTURALE DI FEDERMECCANICA

Nel secondo trimestre segnali in chiaroscuro e le prospettive non sono positive

 Sono stati diffusi oggi i risultati della 163ª edizione dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica sull’Industria Metalmeccanica. Nella prima metà dell’anno in corso l’attività produttiva metalmeccanica mostra segnali contrastanti pur confermandosi sugli stessi livelli dello stesso periodo dell’anno precedente e sostanzialmente in linea con quelli del primo semestre del 2019 (-0,1%). Nel mese di giugno è stato registrato un sensibile calo di produzione (-3,2% rispetto a maggio), determinando nel secondo trimestre una riduzione dei volumi produttivi su base tendenziale pari all’1,2% nonostante una variazione congiunturale positiva dell’1% nel secondo trimestre. Nel primo semestre si sono osservati andamenti produttivi tendenziali fortemente differenziati nei diversi comparti dell’industria metalmeccanica: la produzione di computer, radio TV, strumenti medicali e di precisione è cresciuta sensibilmente (+7,4%), così come quella di macchine e apparecchi meccanici (+2,5%) e degli altri mezzi di trasporto (+1,4%); di contro, sono diminuite le attività della metallurgia (-3,6%), le fabbricazioni di autoveicoli e rimorchi (-3,0%), di macchine e apparecchi elettrici (-2,5%) e di prodotti in metallo (-2,4%).

«Stiamo navigando in acque molto agitate per effetto, tra le altre cose, dell’onda lunga determinata dall’incremento dei prezzi delle materie prime e dei prodotti energetici – ha dichiarato Diego Andreis, Vice Presidente Federmeccanica –. Prima si diceva che eravamo dentro una tempesta perfetta, ora stiamo vedendo arrivare un vero e proprio tsunami che ha già incominciato a toccare le nostre imprese in maniera molto pesante e il peggio è ancora a venire se non si interverrà in modo forte e deciso”.

A livello locale, come risulta dalle rielaborazioni dell’Ufficio Studi di Confindustria Bergamo, nel secondo trimestre del 2022 i comparti della meccanica bergamasca hanno registrato un andamento ancora positivo, sebbene in rallentamento rispetto al periodo precedente.

In particolare, si registra una crescita del 9% per la siderurgia/metallurgia e per la meccanica/meccatronica, e una crescita del 5% per il comparto dei mezzi di trasporto: nell’insieme, una performance leggermente superiore al dato generale della manifattura in provincia (+6,4%).

Coerentemente, per tutti e tre i comparti, il tasso di utilizzo degli impianti è stato segnalato intorno all’80%, superiore alla media provinciale del trimestre e superiore anche ai normali livelli di lungo periodo.

I dati a consuntivo confermano, anche per questo settore, l’interpretazione generale di un trimestre nel quale i problemi legati alla domanda e alle prospettive del mercato cominciano a sommarsi a quelli noti circa i costi dell’offerta relativamente a materie prime ed energia: gli ordinativi smettono di crescere - nel caso della siderurgia calano - e la domanda e la produzione attese per il terzo trimestre entrano decisamente in territorio negativo.

Si spiega in questo modo il saldo delle risposte delle aziende bergamasche che hanno partecipato all’indagine trimestrale di Federmeccanica: un saldo sempre positivo relativamente alla produzione  (+20 la differenza tra risposte in aumento e risposte in diminuzione) e stabile rispetto al trimestre che l’aveva preceduto, ma con un numero importante di imprese che segnala prospettive deteriorate. In primo luogo, il saldo delle risposte sulla consistenza del portafoglio ordini diventa negativo, in secondo luogo solo per il 22% delle aziende la produzione segue un trend favorevole, mentre risulta in calo nel 43% dei casi e nel 53% se si guarda solo alla produzione per l’estero.

Permangono, unitamente a questo rallentamento della domanda, le difficoltà legate ai costi degli input produttivi: per l’85% delle aziende metalmeccaniche bergamasche il Margine Operativo Lordo (MOL) si è ridotto a causa dei costi dell’energia e delle materie prime, mentre l’analoga percentuale su scala nazionale scende al 68%.

Dichiarazione di Giorgio Donadoni, presidente del Gruppo Meccatronici di Confindustria Bergamo

“I segnali sono quanto mai contrastanti in un contesto molto difficile. Il nostro comparto evidenzia ancora una volta la sua sostanziale robustezza, ma si fanno più chiare le difficoltà legate alla generale crisi energetica e al rialzo dei prezzi, che nel nostro Paese sta impattando in modo particolare, con tutti i contraccolpi sui costi di produzione. Tuttavia le imprese continuano a guardare avanti e stanno mettendo in campo ogni accorgimento per fronteggiare le varie emergenze anche in termini di riorganizzazione, dimostrando grande flessibilità. Servono però  interventi tempestivi per dare nuovo ossigeno alla manifattura e più in generale a tutto il Paese, in mancanza del quale diventerà arduo affrontare i prossimi mesi”.