162ª INDAGINE CONGIUNTURALE DI FEDERMECCANICA

Nel primo trimestre crescita in ripresa,
ma le prospettive restano incerte

Sono stati diffusi i risultati della 162ª edizione dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica. Nel primo trimestre dell’anno in corso, l’attività produttiva ha evidenziato a livello nazionale un’attenuazione dei risultati negativi osservati nel corso dell’ultimo trimestre del 2021, ma parallelamente emerge un ridimensionamento delle prospettive di crescita. I volumi di produzione nella media dei primi tre mesi dell’anno mostrano una flessione dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e un aumento dell’1,3% nel confronto con dodici mesi prima. I livelli di produzione conseguiti si confermano, inoltre, sostanzialmente in linea con i risultati raggiunti nei mesi precedenti lo scoppio della pandemia.

L’andamento dei prezzi delle materie prime continua a ripercuotersi sui prezzi alla produzione e in questo inizio anno proseguono le dinamiche crescenti osservate nel corso dell’intero 2021. Nel settore metalmeccanico a marzo i prezzi alla produzione sono aumentati del 15,4%. Tali dinamiche stanno avendo un impatto negativo sulla competitività di molte imprese e stanno fortemente ridimensionando i margini di profitto ulteriormente erosi dall’incremento dei costi dell’energia.

«Ancora una volta parliamo di economia con una guerra in corso. Ancora una volta il nostro pensiero va alle persone colpite da questa grande tragedia. Ancora una volta ci troviamo a commentare dati e sensazioni contrastanti – ha dichiarato Diego Andreis, Vice Presidente Federmeccanica – . Ci sarebbero i presupposti per un rilancio del nostro settore, si percepisce una tensione potenzialmente positiva nei mercati, poi però si confermano o subentrano quelle difficoltà impreviste ed imprevedibili che frenano la ripresa mettendo anche a forte rischio il futuro di molte imprese”.

A livello locale, come risulta dalle rielaborazioni dell’Ufficio Studi di Confindustria Bergamo, nel primo trimestre del 2022 i comparti della meccanica bergamasca hanno registrato un andamento polarizzato su due velocità: da un lato, la meccanica/meccatronica e i mezzi di trasporto, che rallentano rispetto al trimestre precedente (rispettivamente +1,7 e 0), malgrado l’ottimo incremento tendenziale, calcolato rispetto a 12 mesi prima, superiore all’8%: nell’insieme, una dinamica coerente con il dato generale della manifattura in provincia. Dall’altro il comparto metallurgico/siderurgico, che chiude con uno straordinario +19% congiunturale e un + 20% tendenziale, ovvero con un rimbalzo doppio rispetto alla media provinciale e a quella regionale. Per tutti e tre i comparti vale anche, come indicatore della “velocità” nella dinamica produttiva del trimestre, un tasso molto alto di utilizzo degli impianti vicino all’80%.

L’evidenza dei dati della produzione a consuntivo conferma, anche per questo settore, l’interpretazione generale di un trimestre con problemi legati all’offerta, più che alla domanda, sostenuta da un portafoglio ordini e da livelli di magazzino adeguati, mentre il peggioramento degli indici legati ai rincari e alle difficoltà di approvvigionamento (e all’incertezza degli scenari) non ha ancora dispiegato i suoi effetti microeconomici, attesi per il secondo trimestre.

Da qui il ridursi del saldo positivo dato dalle percentuale di risposte delle aziende bergamasche partecipanti all’indagine di Federmeccanica che evidenziano una produzione in crescita e quelle che segnalano  una diminuzione: siamo infatti passati da un saldo di +46 relativo al quarto trimestre 2021 al +17 per quanto riguarda il primo trimestre 2022. Da qui, anche l’evidente riduzione delle scorte a magazzino (-12 il saldo delle risposte relative alle materie prime), e l’assottigliarsi del portafoglio ordini, giudicato sufficiente solo per il 42% delle aziende e comunque in diminuzione per il 21% di esse.

Restano aperti, nel frattempo, i due problemi più diffusi, legati sia al rincaro dei costi energetici e delle materie prime che colpisce il 95% delle aziende, sia alle difficoltà di approvvigionamento, ovvero scarsa disponibilità delle merci e allungamento dei tempi di consegna, che colpisce il 71% delle aziende. Non sono molti i casi di rischio di sospensione dei cicli produttivi (4%, in linea con il dato nazionale), ma per oltre la metà delle aziende è avviato un processo di riorganizzazione del lavoro e dell’attività. Va segnalato, tuttavia, che la rilevazione, chiusasi a marzo, non ha permesso di cogliere appieno l’intensità delle possibili conseguenze legate al conflitto russo-ucraino, percepito come fattore di ulteriore contrazione dei livelli produttivi in più del 60% delle aziende.

Dichiarazione di Giorgio Donadoni, presidente del Gruppo Meccatronici di Confindustria Bergamo

“Nel complesso il comparto ha dimostrato ancora una volta tutta la sua capacità di resilienza, reagendo positivamente di fronte a una situazione sempre più critica causata dal conflitto in Ucraina, di cui purtroppo non si intravvede la conclusione, dall’impennata dei costi energetici e non, che dura ormai da molti mesi, dalla scarsità delle materie prime e di vari componenti industriali. Servono urgenti segnali di sistema, come misure per calmierare i prezzi dell’energia, una spinta decisa alla diversificazione delle fonti di approvvigionamento, il sostegno alla transizione tecnologica ed ecologica, in particolare per il settore automotive, in mancanza dei quali risulta sempre più difficile per le imprese fare piani per il futuro”.