I GIORNI DELLA METALMECCANICA OGNI TRE MESI LA VOCE DELLE IMPRESE
INCONTRA LA STAMPA NAZIONALE E DEI TERRITORI

160ª INDAGINE CONGIUNTURALE DI FEDERMECCANICA

Confermata la fase espansiva, ma i ritmi di crescita sono più contenuti

Sono stati presentati oggi i risultati dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica, giunta alla sua 160ª edizione. E’ proseguita anche nella seconda metà dell’anno in corso la fase espansiva, seppur in presenza di ritmi di crescita più contenuti rispetto a quanto registrato nei primi sei mesi. Nel terzo trimestre del 2021, infatti, l’attività metalmeccanica ha evidenziato a livello nazionale una crescita dello 0,7% rispetto al trimestre precedente dopo il +1,5% del primo e l’1,3% del secondo.

I volumi di produzione nel terzo trimestre risultano, inoltre, superiori di circa 2,5 punti percentuali rispetto al periodo pre-pandemico (gennaio-febbraio 2020).

Complessivamente, nel periodo gennaio-settembre 2021, i volumi di produzione metalmeccanica sono cresciuti del 21,8% nel confronto con l’analogo periodo dell’anno precedente, rispetto al +14,5% dell’intero comparto industriale, recuperando quasi integralmente quanto prodotto nello stesso periodo del 2019 ( -0,2%).

Il miglioramento in atto sta interessando diffusamente tutte le attività dell’aggregato con tassi di crescita superiori al 20% per la Metallurgia, i Prodotti in metallo, le Macchine e gli apparecchi elettrici; di poco inferiori al 20% per le produzioni di Macchine e apparecchi meccanici, mentre più contenuta è la crescita per gli Altri mezzi di trasporto (+5,1%). In particolare, il comparto Autoveicoli e rimorchi è cresciuto mediamente del 35%, ma nei mesi più recenti si osservano cali connessi alla mancanza di parti essenziali per la produzione, dovute alla carenza di semiconduttori.

Anche nel terzo trimestre sono confermate le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime ed il continuo incremento dei loro prezzi. Il 91% delle imprese partecipanti all’indagine di Federmeccanica ha registrato ulteriori rincari, il 72% ha dichiarato difficoltà di approvvigionamento, mentre il 26% corre il rischio di dover interrompere l’attività produttiva. Rispetto ai prezzi alla produzione: a settembre 2021 viene rilevato un incremento dell’11,6% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente.

Nei primi nove mesi del 2021 le esportazioni metalmeccaniche sono cresciute del 24,1%, superando in tal modo il livello rilevato per l’intera economia (20,1%), mentre le importazioni del 29%. Nel confronto con l’analogo periodo del 2019, l’export metalmeccanico è superiore del 7,2%.

Le prospettive a breve, secondo quanto registrato da questa 160° Indagine Congiunturale condotta presso un campione di imprese metalmeccaniche associate, indicano che anche nell’ultimo trimestre dell’anno in corso dovrebbe proseguire la fase espansiva dell’attività produttiva metalmeccanica, seppur ad un ritmo più contenuto:  Il 39% delle imprese intervistate dichiara infatti un portafoglio ordini in miglioramento; il 37% prevede incrementi di produzione;  il 28% ritiene di dover aumentare i livelli occupazionali nei prossimi mesi, al contrario di un 10% che prevede un loro ridimensionamento.

Per quanto riguarda il nostro territorio, la metalmeccanica bergamasca, secondo le rielaborazioni dell’Ufficio Studi di Confindustria Bergamo, ha confermato anche nel terzo trimestre 2021 la fase di rilancio che ha caratterizzato la ripresa post pandemica. Ciò è particolarmente evidente nel comparto della meccanica/meccatronica (+14,3% rispetto allo stesso trimestre del 2020 e +14,8% rispetto allo stesso trimestre del 2019), mentre è più contenuta la spinta per gli altri due grandi comparti, ovvero quello della siderurgia e delle lavorazioni in metallo (+0,7%, pari a +5,3% nel confronto con il 2019), e quello dei mezzi di trasporto/automotive, che fa registrare un +13,1% rispetto al 2020, equivalente però ad un +3,3% rispetto al terzo trimestre 2019.

Anche il valore del tasso di utilizzo degli impianti enfatizza la diversa velocità di marcia delle produzioni, con la meccanica che registra un notevole 79%, superiore al 74% dell’automotive e al 68% della siderurgia.

La buona dinamica sui volumi produttivi è coerente con il valore dell’export, cresciuto nel trimestre di un complessivo +14%, una cifra che media fra il valore più contenuto dei macchinari (+9%) e quello, decisamente più robusto, degli apparecchi elettrici (+24%). Sui macchinari, che sono la prima voce dell’export provinciale e che da soli valgono metà dell’export del settore metalmeccanico, si evidenzia un segnale di rallentamento: il confronto con lo stesso trimestre del 2019 registra infatti un assestamento (-0,4%), peraltro l’unico rilevabile nel settore, che mediamente è cresciuto del 4,2% rispetto ai valori pre-pandemia.

La cautela nell’interpretare i dati emerge anche dall’indagine Federmeccanica, dalla quale risulta che le imprese bergamasche – peraltro in linea con il dato nazionale - sono equamente ripartite fra quelle che hanno consuntivi di produzione in aumento (32%) quelle stabili (33%) e quelle con consuntivi in diminuzione (35%), e ciò malgrado un portafoglio ordini tendenzialmente in aumento e comunque valutato positivamente da oltre le metà delle imprese.

Centrali, in questi risultati, la debole dinamica dell’estero, e soprattutto il tema delle scorte delle materie prime, stabili o in aumento in più dell’80% dei casi, ma rincarate nel 95% dei casi e con difficoltà di approvvigionamento nel 78% dei casi.

Tali difficoltà (scarsità e allungamento dei tempi di consegna), sono dichiarate capaci di provocare l’interruzione dell’attività produttiva in 36 aziende su 100 (il 26% la media nazionale) anche perché si pensa che permangano per ancora molti mesi.

Restano buone le prospettive occupazionali, con una tendenza all’aumento leggermente superiore del dato bergamasco (32% contro 28%), anche se a prevalere è la stabilità sia sul dato nazionale (62%), sia su quello locale (63%).  

“Gli aumenti dei prezzi e la scarsità di materie prime e semilavorati, uniti a fenomeni speculativi -  sottolinea Giorgio Donadoni, presidente del Gruppo Meccatronici di Confindustria Bergamo – stanno incidendo anche sul settore metalmeccanico e rischiano di indebolire la ripresa che nella nostra provincia è particolarmente vivace. In merito alle prospettive occupazionali, c’è da evidenziare che la carenza di risorse umane, soprattutto se specializzate, è un dato permanente. Di qui il nostro impegno sempre più concreto sul territorio, con un’ottica di lungo periodo, per favorire un salto di qualità del sistema formativo, come dimostra anche la nostra recente “adozione” dell’Istituto professionale Pesenti”, il  primo di alcuni progetti che coinvolgeranno anche altri istituti scolastici, in special modo quelli professionali, che il gruppo meccatronici intende perseguire sviluppando, laddove possibile, un sistema duale di formazione scuola impresa impostato sul modello tedesco. Sistema rivelatosi di grande successo e molto utile alle imprese del nostro manifatturiero tanto da poter essere considerato come un vero e proprio asset del comparto per accrescere la competitività”.