I GIORNI DELLA METALMECCANICA
153a INDAGINE CONGIUNTURALE

Sono stati diffusi oggi i risultati dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica sull’Industria Metalmeccanica, giunta alla sua 153ª edizione. «Questa nuova indagine congiunturale – commenta Alberto Dal Poz, Presidente Federmeccanica - cade in un momento estremamente critico per l’economia italiana. Alla debolezza congiunturale si è sommata un’emergenza inaspettata, che può avere effetti devastanti. Alle conseguenze produttive ed economiche immediate derivanti dal blocco di moltissime attività dirette e indirette per gestire l’emergenza, si aggiunge un grave danno reputazionale per l’Italia e le sue imprese. Alcuni paesi esteri stanno bloccando i flussi di prodotti, cancellano incontri con commerciali o chiedono improbabili certificazioni virus-free solo perché siamo italiani. Per evitare conseguenze irreversibili è indispensabile ritornare subito alla normalità. Al momento è difficile quantificare gli effetti negativi che comunque, inevitabilmente, ci saranno nell’intera economia e in particolare per il settore metalmeccanico». I risultati dell’indagine indicano come nell’ultimo trimestre del 2019 l’attività produttiva metalmeccanica è stata caratterizzata da un’ulteriore forte contrazione. I volumi di produzione sono, infatti, diminuiti dell’1,3% rispetto al precedente trimestre e del 4,6% nel confronto con l’analogo periodo dell’anno precedente. Nel 2019 la produzione metalmeccanica ha evidenziato una flessione media pari al 3% rispetto al 2018 con cali pesanti per la meccanica strumentale (-2,8%), per i prodotti in metallo (-4,4%) e in particolare per l’automotive che ha perso circa il 10% della produzione. Complessivamente i nostri livelli di produzione risultano inferiori del 27,6% rispetto al periodo pre-recessivo (primo trimestre 2008) e, nel confronto con i principali paesi dell’area UE, siamo in ultima posizione superati anche dalla Spagna. Una situazione particolarmente grave considerando anche le difficoltà dell’industria metalmeccanica europea dove la maggiore economia, la Germania, ha ridotto, sempre con riferimento al quarto trimestre, i volumi di produzione metalmeccanica dell’8,2% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente.

Anche a Bergamo, nel quarto trimestre del 2019, la produzione industriale nel settore della metalmeccanica/meccatronica è in arretramento facendo registrare valori tendenziali negativi che hanno compromesso il valore medio annuo: - 3,7 % per il comparto siderurgico (+2,4% la media annua), - 0,1% per il comparto meccanico (-1,8% la media annua), - 10,5% per il comparto dei mezzi di trasporto (-3,5% la media annua). I dati sono in linea con l’andamento generale della manifattura in provincia, ed evidenziano, rispetto alle corrispondenti medie regionali, una dinamica più fragile, peggiore di qualche punto percentuale soprattutto nel comparto dei mezzi di trasporto, in crisi a livello internazionale.

Si tratta di una tendenza confermata anche per quanto riguarda il campione delle aziende rispondenti all’indagine Federmeccanica. Il gruppo delle rispondenti bergamasche, infatti, segnala una produzione in crescita nel 23% dei casi e in diminuzione nel 34% dei casi: il saldo netto è dunque negativo (-11%), e decisamente peggiore di quello medio nazionale (-4%). Prosegue il processo di decumulo delle scorte, in atto da qualche mese, sia nelle materie prime (-34%) che nei prodotti finiti (-39%). Il portafoglio ordini, che viene segnalato in discesa dal 60% delle imprese, viene però al tempo stesso reputato normale o soddisfacente da due terzi di esse: significa una previsione di assestamento, se non di ripresa. Le previsioni di produzione, infatti, appaiono sostanzialmente stabili dall’indagine, anzi, addirittura con un, seppur modestissimo, valore positivo di ripresa, sia sull’estero, sia nell’indice generale. Tuttavia, va segnalato che l’indagine Federmeccanica è precedente alla situazione verificatasi nelle settimane successive, con il diffondersi dell’emergenza Corona virus COVID-19 e con i noti problemi legati alla contrazione dell’attività economica, anche con specifico riguardo al settore manifatturiero. I valori di aspettativa formulati dagli operatori a quell’epoca, sono dunque da considerarsi poco attendibili.

 “In una congiuntura ancora negativa – sottolinea Giorgio Donadoni, presidente del Gruppo Meccatronici di Confindustria Bergamo - l’emergenza legata al Corona virus, che sta mettendo a dura prova le nostre aziende, genera il rischio di ulteriori aggravi e di ripercussioni severe sul fronte dell’export nei prossimi mesi e rafforza un quadro che era già di rallentamento dell’economia mondiale. Il sistema delle imprese ha già espresso la richiesta di misure di sostegno eccezionali e il varo di un grande piano di rilancio degli investimenti nel Paese. Su questo aspetto aggiungo una considerazione personale: l’Italia deve anche parallelamente fare pressioni su Unione Europea e governi, affinché le aziende europee nostre clienti, multinazionali e non, non subordinino le future commesse a una garanzia “virus-free”, in mancanza della quale possono derivare l’esclusione e il pagamento di penali costosissime. E’ quello che sta succedendo già oggi anche nella nostra provincia e senza un accordo generale molte imprese rischiano il default nel 2020”.

“In questa delicatissima fase non dobbiamo però dimenticarci, come ho scritto in questi giorni agli imprenditori del Gruppo, che le nostre aziende sono abituate alla complessità e i problemi, spesso, diventano un'opportunità. Così è stato in occasione della crisi del 2009 e così, ne sono certo, sapremo fare anche oggi. Un’opportunità è, per esempio, la spinta all’utilizzo delle tecnologie digitali che, pur non potendo sostituire, ovviamente, tutta l’operatività in azienda, può aiutare a consolidare modelli organizzativi più agili ed efficaci”.

Bergamo, 5 marzo 2020