I GIORNI DELLA METALMECCANICA
OGNI TRE MESI LA VOCE DELLE IMPRESE INCONTRA LA STAMPA NAZIONALE E DEI TERRITORI
152ª INDAGINE CONGIUNTURALE

Si è svolta a Roma, presso l’Hotel Nazionale, la presentazione dei risultati dell’Indagine congiunturale di Federmeccanica sull’Industria Metalmeccanica, giunta alla sua 152ª edizione. Una presentazione che, ogni tre mesi, vede protagonisti anche i territori in un evento “corale” per far conoscere il peso, l’andamento del settore e le iniziative delle sezioni metalmeccaniche - meccatroniche, consolidando così la consapevolezza del valore prodotto dalla nostra Industria e dei valori diffusi dalle Imprese. I risultati dell’indagine confermano il proseguimento della fase recessiva in atto a partire dai primi mesi del 2018 e non emergono nelle previsioni a breve segnali di miglioramento della congiuntura settoriale. Nel terzo trimestre dell’anno in corso, sulla base dei dati di fonte ISTAT, i volumi di produzione evidenziano una caduta pari all’1% rispetto al precedente trimestre e del 2% nel confronto con l’analogo periodo dell’anno precedente. Complessivamente nei primi nove mesi del 2019 l’attività produttiva metalmeccanica è diminuita del 2,5% rispetto all’anno precedente con risultati negativi diffusi alla quasi totalità dei comparti che compongono l’aggregato. Le attività metallurgiche hanno evidenziato una flessione media dei volumi pari al 2,3%, quelle relative ai prodotti in metallo del 3,5% e la meccanica strumentale del 2,2%. La produzione di autoveicoli è crollata del 9,2% mentre, si è registrato un moderato incremento per la produzione di apparecchiature per telecomunicazioni e strumenti di precisione (+1,2%) ed una significativa crescita (+4,3%) per il comparto degli altri mezzi di trasporto (costruzioni di locomotive, di navi e imbarcazioni e di aeromobili e veicoli spaziali).

A Bergamo, nel terzo trimestre del 2019, la produzione industriale nel settore della metalmeccanica/meccatronica ha fatto registrare valori tendenziali negativi:- 0,8 % per il comparto siderurgico, - 2,2% per il comparto meccanico; - 3,7% per il comparto dei mezzi di trasporto. I dati sono in linea con l’andamento generale della manifattura in provincia e segnalano una relativa debolezza rispetto alle medie regionali, che sono invece assestate in territorio positivo. Si tratta di una tendenza confermata anche per quanto riguarda il campione delle aziende rispondenti all’indagine Federmeccanica.

Il gruppo delle bergamasche, infatti, segnala una produzione in crescita nel 13% dei casi e in diminuzione nel 40% dei casi: il saldo netto è non solo negativo (-27%), ma anche di entità quasi doppia rispetto al valore medio nazionale (-13%). Le scorte, soprattutto di prodotti finiti, benché in decumulo, sono giudicate alte dal 36% del campione e il portafoglio ordini viene segnalato in discesa dai due terzi delle imprese e insoddisfacente dalla metà di esse.

Questa difficile fase congiunturale - che vede le imprese della provincia soffrire maggiormente rispetto alla media, probabilmente per una più forte propensione all’export e una maggiore vulnerabilità rispetto alle dinamiche del commercio internazionale – sembra destinata a durare, almeno nelle aspettative degli operatori: le previsioni di produzione sono infatti sostanzialmente stabili, sia in generale che per quanto riguarda l’estero. Poche (circa il 20%) sono le imprese che si aspettano un incremento dei volumi produttivi nell’ultima parte dell’anno, sostanzialmente bilanciate nel numero rispetto a quelle che si aspettano ulteriori diminuzioni. Conseguentemente, anche le previsioni occupazionali sono su variazioni pressoché nulle.

«Il trend locale - sottolinea Giorgio Donadoni, presidente del Gruppo Meccatronici di Confindustria Bergamo – conferma ed è anzi peggiorativo del dato nazionale, a causa essenzialmente delle nostre caratteristiche che ci vedono fortemente rivolti ai mercati esteri, in generale rallentamento, e in particolare alla Germania, che sta evidenziando una fase recessiva. In aggiunta continuano le difficoltà del settore automotive. Inoltre va considerato che i beni di produzione, su cui direttamente o indirettamente operano molte delle nostre imprese, sono i primi a dare segnali di crisi e poi sono anche i primi a ripartire.

In questo contesto, il rinnovo del Contratto nazionale metalmeccanico, per il quale è stato da poco avviato il negoziato, deve essere funzionale all’equilibrio gestionale necessario alle nostre imprese. Le aziende metalmeccaniche bergamasche hanno fatto molto, nello scorso triennio, in termini di formazione, welfare, riconoscimento di premi di risultato, certamente più che nel recente passato. Lo spirito del “rinnovamento” contrattuale, che ha contraddistinto l’intesa nazionale del 2016, è stato gradatamente declinato in approcci virtuosi sempre più diffusi. E’ opportuno quindi che l’impostazione venga mantenuta, i comportamenti vengano ottimizzati, le flessibilità operative conservate e che i costi - vista la difficile situazione congiunturale - non vengano stravolti. Le indicazioni che riceviamo dagli strumenti messi in atto a livello nazionale, come il “contatore” delle buone pratiche, che raccoglie i casi virtuosi, confermano il cambiamento in atto”.