Energia

28

lug

2022

News - IMPRENDITORE - MANAGER - OPERATORE

450 MILIONI PER L'IDROGENO GREEN

AMBIENTE, CERTIFICAZIONI E CONFORMITA, CREDITO, FINANZA E CONFIDI, DIREZIONE, ENERGIA, FISCO E DIRITTO D'IMPRESA, INNOVAZIONE TECNOLOGICA E ORGANIZZATIVA, PNRR, TERRITORIO, TRASPORTI

Confindustria Bergamo lancia un nuovo appuntamento con le opportunità del PNRR: una panoramica dei bandi aperti o di prossima pubblicazione cui possono partecipare le imprese del territorio. Partiamo con un focus sull’idrogeno, che anche alla luce del conflitto russo-ucraino, assume un ruolo sempre più importante nel nuovo scenario energetico nazionale ed europeo.

 

L’idrogeno, pedina decisiva del nuovo scacchiere energetico


L’idrogeno ha assunto un ruolo sempre più centrale nel nuovo scenario energetico internazionale. Ciò vale ancor più per l’Europa, che per sganciarsi dal gas russo e rendersi più indipendente sotto il profilo degli approvvigionamenti. Il solco, a dire il vero, è già tracciato da tempo. L’attenzione europea per l’idrogeno non nasce con l’invasione russa dell’Ucraina ma risale a qualche anno fa. Basti pensare che la strategia europea per l’idrogeno è stata presentata dalla Commissione europea a luglio del 2020 e prevedeva di mobilitare quasi 500 miliardi di investimenti nei successivi trent’anni per l'idrogeno verde o rinnovabile.

Obiettivi in pratica raddoppiati a maggio di quest’anno con REPowerEU, il piano con cui Bruxelles intende liberarsi dalla dipendenza di Mosca. L'obiettivo indicato in REPowerEU è di 10 milioni di tonnellate di produzione interna di idrogeno rinnovabile e 10 milioni di tonnellate di importazioni entro il 2030, per sostituire gas naturale, carbone e petrolio nelle industrie e nei trasporti, vale a dire nei settori più difficili da decarbonizzare.

Il Recovery Fund rispecchia la volontà politica e strategica dell’UE e affida all’idrogeno green un ruolo di primissimo piano.

 

L’idrogeno nel PNRR


Nel Recovery italiano all’idrogeno vanno più di 3 miliardi di euro. Si tratta di fondi dedicati a una serie di investimenti chiave per lo sviluppo del vettore energetico in Italia, come la creazione di hydrogen valleys, vale a dire aree con economia in parte basata sul vettore energetico. Trasformare le aree industriali abbandonate in hydrogen valleys significa dare loro una seconda vita. Il vettore energetico sarà infatti impiegato non solo dagli impianti industriali ma anche nel trasporto pubblico, nella mobilità ferroviaria, privata, dai taxi e dalle piccole e medie imprese per rilanciare il tessuto economico locale.

Le hydrogen valleys sono anche al centro dei primi “progetti bandiera” finanziati dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, vale a dire quei progetti individuati da ciascuna Regione e Provincia autonoma che rivestono particolare importanza per il territorio. Nel dettaglio, 5 Regioni (Piemonte, Friuli-Venezia-Giulia, Umbria, Basilicata e Puglia) hanno già siglato accordi con Palazzo Chigi per avviare i progetti bandiera dedicati appunto alle hydrogen valleys.

Il PNRR permetterà anche di utilizzare l'idrogeno per decarbonizzare i cosiddetti settori hard-to-abate, quelli cioè caratterizzati da un'alta intensità energetica come siderurgia, chimica, produzione di cemento, vetro o carta. Previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza anche importanti investimenti per portare l’idrogeno nei trasporti, e decarbonizzare così sia la mobilità su strada che quella ferroviaria, e interventi volti a favorire attività di ricerca e l’innovazione sulla molecola e le tecnologie collegate. Accanto agli investimenti, il Recovery Plan prevede una serie di semplificazioni normative e amministrative per facilitare la produzione di idrogeno green.

 

Il bando PNRR per l’idrogeno green


Espandere il mercato italiano dell'idrogeno attraverso la creazione di gigafactory è uno degli investimenti pianificati nel PNRR ed è l’obiettivo del bando che sarà pubblicato a breve dal Ministero della Transizione Ecologica. Nel dettaglio, il Recovery Plan mette a disposizione 450 milioni di euro per finanziare progetti per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno verde. I fondi PNRR saranno impiegati innanzitutto per realizzare gli impianti di produzione chiamati elettrolizzatori (in grado di produrre idrogeno dalla scissione delle molecole d’acqua utilizzando l'energia pulita da fonti rinnovabili), ma anche per sviluppare la filiera produttiva e le relative componenti. L’obiettivo da centrare è ambizioso: raggiungere circa 1 GW di capacità di elettrolisi entro il 2026. Dei 450 milioni disponibili, 250 vanno agli Importanti Progetti di Comune Interesse Europeo, i cosiddetti IPCEI, relativi all’idrogeno. Gli IPCEI sono delle iniziative di collaborazione industriale su larga scala che riuniscono know how, risorse finanziarie e player di tutta l’Unione europea per realizzare interventi di comune interesse. Nel caso specifico, gli interventi dovranno riguardare la realizzazione di elettrolizzatori. In generale, il PNRR presta grande attenzione a progetti di questo tipo e stanzia 1 miliardo e mezzo per finanziare imprese e centri di ricerca per progetti di sviluppo e innovazione in settori industriali innovativi, come cloud, cybersecurity e salute. Tra le aree di intervento degli IPCEI cofinanziati dal PNRR c'è anche l'idrogeno, con il primo maxi progetto - l’IPCEI Hy2Tech o IPCEI Technology - che ha ottenuto il via libera della Commissione a luglio. L'importante iniziativa coinvolge 15 paesi (Italia inclusa) in un vasto progetto di ricerca e innovazione che riguarda un'ampia parte della catena del valore dell'idrogeno. Un progetto che può contare su 5,4 miliardi di aiuti pubblici, di cui più di 1 miliardo per l’Italia, che partecipa a questo IPCEI con 6 grandi player industriali - Ansaldo, Fincantieri, Iveco Italia, Alstom Ferroviaria, Enel e De Nora (in partnership con Snam) - e due enti di ricerca, ENEA e Fondazione Bruno Kessler (FBK).

Tornando ai fondi PNRR per l’idrogeno verde, agli stanziamenti per gli IPCEI si aggiungono altri 200 milioni di euro: 100 milioni saranno disponibili per ulteriori progetti di elettrolizzatori e i restanti 100 milioni potranno essere investiti nella filiera produttiva degli elettrolizzatori e nelle relative componenti, inclusi i progetti di ricerca e sviluppo e i progetti di formazione del personale.